Il primo volo clandestino dell’MB.308, l’aereo che segnò la rinascita dell’aviazione italiana
Il 18 gennaio 1947 segna un momento cruciale per l’aviazione italiana: in gran segreto, sulle acque ghiacciate di un lago, il velivolo MB.308 compì il suo primo volo di collaudo. Costruito clandestinamente in un fienile durante le restrizioni del dopoguerra, questo aereo divenne il primo segnale della rinascita aeronautica italiana, dimostrando l’ingegno e la determinazione di tecnici e ingegneri che non si arresero di fronte alle difficoltà.
La nascita di un sogno: l’MB.308 e il suo creatore
L’MB.308 fu progettato dall’ingegnere Ermanno Bazzocchi, figura chiave dell’aviazione italiana del dopoguerra. Nato a Tradate, Bazzocchi si appassionò presto al volo, sperimentando con modelli di balsa e partecipando a competizioni aeronautiche già durante gli anni di studio al Politecnico di Milano. La sua carriera lo portò alla Macchi di Varese, dove, nonostante le limitazioni imposte dal Trattato di Pace del 1947, riuscì a dar vita a un progetto ambizioso: un aereo scuola leggero, accessibile e versatile, pensato per gli aeroclub italiani.
Costruito con materiali disponibili e con risorse limitate, l’MB.308 rappresentava una sfida contro le difficoltà dell’epoca. La sua progettazione avvenne in segreto, poiché le normative post-belliche vietavano la costruzione di velivoli. Tuttavia, la determinazione di Bazzocchi e del suo piccolo team portò alla nascita di un aereo in grado di offrire prestazioni eccellenti e di rilanciare il settore aeronautico italiano.
Il collaudo segreto su un lago ghiacciato
Concluse le fasi di costruzione, l’MB.308 fu trasportato in gran segreto su un lago ghiacciato per i primi test di volo. Il successo del collaudo dimostrò l’affidabilità e le qualità aerodinamiche del velivolo, tanto che, non appena le restrizioni furono revocate, il progetto venne ufficialmente presentato al pubblico.
L’aereo si distinse per la sua leggerezza, manovrabilità e semplicità di utilizzo, caratteristiche che lo resero perfetto per l’addestramento dei piloti e per l’uso civile. Divenne rapidamente un punto di riferimento per gli aeroclub italiani, contribuendo alla formazione di una nuova generazione di aviatori.
Dall’MB.308 al successo internazionale: il percorso di Bazzocchi
Il successo dell’MB.308 rappresentò solo l’inizio della carriera di Ermanno Bazzocchi. Negli anni successivi, l’ingegnere sviluppò nuovi progetti sempre più avanzati, tra cui il celebre MB.326, un jet da addestramento che conquistò il mercato internazionale. Presentato come velivolo da formazione completo, fu esportato in numerosi paesi e prodotto su licenza all’estero.
Il lavoro incessante di Bazzocchi lo portò a viaggiare in tutto il mondo per promuovere le sue creazioni, sfidando concorrenti di grande calibro come Francia e Regno Unito. La sua abilità nel combinare visione tecnica e capacità imprenditoriale fece sì che l’industria aeronautica italiana rimanesse competitiva per decenni.
L’eredità di un visionario dell’aviazione
Ermanno Bazzocchi continuò a progettare aerei fino agli anni 2000, lasciando un’eredità indelebile nel settore. La sua dedizione e il suo spirito innovativo hanno contribuito alla creazione di una scuola aeronautica italiana di prestigio, con velivoli come l’MB.339, ancora oggi utilizzato dalle Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale.
L’MB.308 rimane un simbolo di perseveranza e genialità, nato in un momento di grandi difficoltà e diventato uno degli aerei più rappresentativi della ripresa industriale italiana. Ancora oggi, la sua storia ispira giovani ingegneri e appassionati di aviazione, ricordando che l’ingegno e la determinazione possono superare qualsiasi ostacolo.
Il primo volo dell’MB.308, avvenuto clandestinamente il 18 gennaio 1947, è la testimonianza di un’Italia che, nonostante le restrizioni e le difficoltà, ha saputo rialzarsi con forza e determinazione. La storia di questo piccolo ma rivoluzionario aereo è un tributo al talento italiano e alla visione di chi ha creduto nell’innovazione anche nei momenti più bui.